Il Museo Tipologico Internazionale del Presepio “Angelo Stefanucci” di Roma.
Compie cinquant’anni una delle più importanti raccolte presepistiche d’Italia.
di Alberto Finizio
Parlare della realtà presepistica di Brembo di Dalmine non può che portarci immediatamente
ad una persona…”. Così cominciava, sulla nostra rivista n. 246, l’articolo sul Museo del Presepio e sulla Sede AIAP di Brembo di Dalmine, e quella persona era Don Giacomo Piazzoli.
Dovendo parlare del Museo del Presepio di Roma, non potremmo che ripetere quelle stesse parole, e andare immediatamente con la memoria e col cuore ad un’altra straordinaria figura di presepista: Angelo Stefanucci. E l’accostamento non è casuale, giacché i due, Angelo e Don Giacomo, furono grandi amici e la nascita e il successivo sviluppo dei due musei, gli unici all’epoca in Italia, andò di pari passo, grazie alla loro passione e alla loro forte volontà. Il Museo occupa circa trecento mq, arti- colati in due sale di ingresso e in un lungo salone, suddiviso in tre navate, nei locali sottostanti la Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta, ai Fori Imperiali. A un livello ancora sottostante, è visibile, con accesso dal Museo stesso, la piccola absidiola affrescata della originaria Chiesa protocristiana (VI-VII sec).
Dicembre 1967: con la sede, nasce anche la prima esposizione permanente di Presepi che poi diventerà il Museo del Presepio di Roma.
L’idea di dare una casa all’Associazione era ben presente nella mente e nell’animo di Angelo Stefanucci già quando il nostro sodalizio venne fondato, nel 1953. Ma l’impresa si rivelò titanica perfino per lui, che pure sapeva come farsi sentire e come arrivare ad ottenere quello che desiderava, specie per l’AIAP. Stefanucci provò a percorrere svariate strade, bussò ad un’infinità di porte ma raccolse solo indifferenza o promesse mai mantenute. Lui stesso ricorda quei difficili anni e le tante frustrazioni in uno scritto apparso sullo speciale dedicato al venticinquesimo anniversario di fondazione dell’AIAP.
Soltanto nel 1967 la “nostra” sede “sognata e desiderata per lunghi anni ” divenne “finalmente una realtà!” (A. Stefanucci, Il Presepio n. 51, ottobre 1967). Il preannuncio era stato già dato nel numero precedente, con un articolo dal titolo “Esultanza!”, che rendeva giusto merito a chi quel sogno aveva reso realizzabile, Padre Alfonso Porzi, del Terzo Ordine Regolare di S. Francesco, che aveva messo a disposizione dell’Associazione alcune stanze del Convento in Via Tor de’ Conti, 31a a Roma.
Nella citata rivista Stefanucci si dilunga in una dettagliata descrizione delle stanze, che fungevano da salone delle adunanze, da archivio e da sala espositiva: i Presepi provenivano in parte dalla collezione privata del presidente e fondatore, in parte erano donazioni degli amici più cari. Non mancavano alcuni diorami, appositamente realizzati in particolare dai catalani Fra Gilberto Galceràn e Mari Oliva, mentre era “in lavorazione” il diorama di “Roma sparita” di Renato Mattia. Tutte opere che ancora fanno bella mostra di sé nel Museo, ammiratissime malgrado la loro ormai vetusta età.
La concomitanza del VI Congresso Presepistico Internazionale, svoltosi a Madrid dal 22 al 26 ottobre di quel 1967, indusse Stefanucci a posticipare l’inaugurazione ufficiale della sede, inizialmente prevista per la fine di quello stesso anno. Sarà dunque il 6 gennaio 1968 a segnare la data ufficiale di apertura della nuova sede, con il taglio del nastro ad opera del Sindaco di Roma, On.le Rinaldo Santini (foto a lato), alla presenza di S.E. Mons. Fiorenzo Angelini, Delegato del Cardinal Vicario, accompagnato da un’altra nostra vecchia e cara conoscenza, quel Don Adelio Pedelli anche lui fondatore di un Museo del Presepio in quel di Albusciago (VA). Per celebrare degnamente l’evento, si fecero le cose in grande: per la prima volta nella propria sede, gli Amici del Presepio celebrarono, tutti insieme, il VI Convegno Nazionale, la IX Assemblea Generale dei Soci, la Prima riunione dei Dirigenti di Sezione, e l’elezione del nuovo Consiglio Direttivo!
Per l’occasione venne anche allestita una straordinaria mostra presepistica, che occupò anche la Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta (dove venne celebrata la Messa da Mons. Angelini) e altre sale del Convento. Come si è detto, la nuova sede accoglieva in nuce anche il Museo del Presepio, ancora con un numero limitato di opere e con poco spazio a disposizione. Ma non si dovette attendere troppo perché il Museo assumesse una veste più ampia e degna (che poi è sostanzialmente ancora quella attuale).
Il 24 dicembre 1969, infatti, i nuovi più ampi spazi nella cripta della Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta venivano inaugurati dal Vice Gerente di Roma, S.E. Mons. Ugo Poletti, che di lì a poco diverrà Cardinal Vicario, carica che ricoprirà a lungo, e sempre manifestando una grandeattenzione ed un profondo affetto per l’Associazione e gli Amici del Presepio.
Mons. Poletti, insieme a Padre Porzi, artefice di questo piccolo grande miracolo, celebrò la S. Messa, per la prima volta nei locali stessi del Museo.
Così è nato il nostro Museo. Tanti Amici, nel corso degli anni, si sono amorevolmente prodigati per curarlo, abbellirlo e accrescerlo; non possiamo citarli tutti ma vogliamo comunque ricordarli, ora che non ci sono più, perché grazie a loro un inestimabile patrimonio di fede, arte e artigianato è stato raccolto e messo a disposizione delle migliaia e migliaia di visitatori, tanti dei quali stranieri, che, da quel lontano 1967 ad oggi, hanno potuto visitarlo. E un doveroso quanto immenso grazie deve essere anche rivolto ai cari padri del Terzo Ordine Regolare francescano (TOR), che si sono succeduti negli anni e dai quali sempre abbiamo ricevuto ospitalità, sostegno e collaborazione.
Oggi il Museo Tipologico Internazionale del Presepio (questa la sua denominazione ufficiale), è intitolato a chi più di tutti lo ha voluto, creato, arricchito e gestito amorevolmente fino alla sua morte, nel 1990: superfluo aggiungere che naturalmente parlo di Angelo Stefanucci.
La raccolta oggi conta oltre mille opere, alcune antiche, provenienti da tutto il mondo. Il Museo dal 1967 è aperto e visitabile tutto l’anno, e offre al visitatore un excursus ampio ed esaustivo sul mondo del Presepio, italiano ed estero, essendo rappresentate tutte le “scuole” tradizionali italiane (napoletana, siciliana, leccese, altoatesina, ligure, toscana, bolognese, romana ecc., con pezzi d’epoca ed altri opera di moderni artisti del settore) e del resto del mondo, europeo ed extraeuro- peo. Sono infatti rappresentati tutti i continenti che hanno una propria cultura presepistica, con opere di carattere artistico ed artigianale.
Annesse al Museo, consultabili a richiesta, un’ampia biblioteca a tema presepistico e una raccolta di videocassette e DVD su mostre, corsi di tecnica, storia del Presepio. La nostra speranza è che, nei suoi cinque decenni di vita, il Museo abbia saputo realizzare quanto raccomandato da Mons. Poletti, nel suo scritto lasciato sul libro delle firme in quella ormai storica Vigilia di Natale del 1969: “…auguro che (il Museo) sia scuola di fede, di arte, di delicatezza di spirito, affinché i visitatori possano incontrare, anche qui, la benignità, la grazie, l’amore del Salvator nostro Gesù Cristo”.
Sito ufficiale del Museo: https://www.museopresepioroma.it/