Aumentate negli ultimi anni le collaborazioni tra gruppi presepistici e detenuti.
In questi ultimi anni, nonostante o complice la pandemia, sono stati molti i presepi realizzati dai detenuti di alcune Case circondariali. Aiutati da presepisti “più esperti”, i detenuti si sono adoperati nella realizzazione di Natività e presepi, anche “viventi”. Probabilmente imparare l’arte presepiale non solo stimola la creatività ma aiuta anche molte persone a sperare e credere in una nuova vita, così come quella che ogni anno ci accingiamo a festeggiare ed adorare il giorno di Natale davanti al nostro Presepio.
Moltissime le iniziative di questo genere, dal presepe a “Regina Coeli” a quello realizzato da alcuni nostri Soci della Sede di Firenze (a quel tempo “Gruppo presepistico Firenze-Prato e Dintorni”) in collaborazione con alcuni detenuti della Casa Circondariale di Sollicciano (FI).
I detenuti del carcere di Siano (CZ), per sentire meno lontani i loro cari, ogni anno realizzano una Natività diversa, mentre quelli del carcere di Opera (MI) tra le tante cose hanno realizzato una Natività per Papa Francesco. La particolarità dei loro lavori è nel materiale utilizzato: per lo più trattasi di relitti di barconi di migranti (legni finiti in fondo al mare o recuperati sulle spiagge di Lampedusa). Tutto questo con l’aiuto del “mastro falegname” Tuccio che appunto, proprio a Lampedusa, raccoglie questi relitti per poi trasformarli in opere d’arte.
Nel carcere femminile di Pozzuoli in occasione del Natale le allieve hanno messo in scena il presepe vivente “…e la Stella indicò la via”, arrivato alla sua settima edizione che ha visto la partecipazione di una trentina di allieve di varie nazionalità, religioni e credi diversi.
Con il progetto “Te piace ‘o Presepe”, all’interno della Casa di reclusione di Asti, si sono realizzati molti presepi grazie alla collaborazione tra il gruppo volontari del carcere dell’Associazione Effatà e alcuni detenuti. I detenuti del carcere di Locri (RC) invece ogni anno partecipano con le loro creazioni presepistiche all’evento “Presepi in mostra a Bovalino Superiore”, con ottimi risultati.
Per terminare, proprio in questi giorni a Busto Arsizio il cappellano della casa circondariale don David Maria Riboldi ha incontrato il gruppo di presepisti di Marnate, per fare il punto della situazione con l’obiettivo di realizzare insieme ai detenuti un presepio che verrà collocato nello spazio dedicato agli incontri con i bambini e i familiari.
Questi elencati sono solo una piccolissima parte di tutti quelli che vengono realizzati ogni anno in Italia; il nostro augurio è che ce ne siano sempre di più, perchè il presepio è casa, è famiglia. E chi più dei detenuti, “costretti” a stare lontani dai propri cari, può cogliere questo sentimento? È la magia del Presepio che unisce e ci unisce, ed è proprio nelle situazioni di difficoltà e di dolore che forse tutti ci aggrappiamo a quei ricordi e momenti felici che, per la maggior parte di noi, sono appunto il Natale in famiglia e la Nascita di Gesù Bambino.