«Nella sua semplicità, il presepe trasmette speranza» così Papa Francesco nell’udienza del 21 dicembre.
«Oggi, a pochi giorni dal Natale, vorrei riflettere in modo più specifico sul momento in cui, per così dire, la speranza è entrata nel mondo, con l’incarnazione del Figlio di Dio», ha detto il Papa.
Con il Natale «Dio adempie la promessa facendosi uomo; non abbandona il suo popolo, si avvicina fino a spogliarsi della sua divinità. In tal modo Dio dimostra la sua fedeltà e inaugura un Regno nuovo, che dona una nuova speranza all’umanità: la vita eterna».
Nelle case dei cristiani, durante il tempo di Avvento, «viene preparato il presepe, secondo la tradizione che risale a san Francesco d’Assisi. Nella sua semplicità, il presepe trasmette speranza; ognuno dei personaggi è immerso in questa atmosfera di speranza». A Betlemme, che «non è una capitale, e per questo è preferita dalla provvidenza divina, che ama agire attraverso i piccoli e gli umili», nasce Gesù, «nel quale la speranza di Dio e la speranza dell’uomo si incontrano».
Nel nome di Gesù «c’è la speranza per ogni uomo, perché mediante quel figlio di donna, Dio salverà l’umanità dalla morte e dal peccato. Per questo è importante guardare il presepe – ha insistito il Papa – fermarsi un po’ e guardare quanta speranza c’è in quella gente, in quel presepe ci sono i pastori, che rappresentano gli umili e i poveri che aspettavano il Messia, il “conforto di Israele” e la “redenzione di Gerusalemme”. In quel Bambino vedono la realizzazione delle promesse e sperano che la salvezza di Dio giunga finalmente per ognuno di loro».
«Chi confida nelle proprie sicurezze, soprattutto materiali, non attende la salvezza da Dio», ha proseguito il Papa.
«Mettiamoci questo in testa: le proprie sicurezze non ci salveranno, soltanto la sicurezza che ci salva è quella della speranza in Dio, quella è forte e ci fa camminare nella vita con gioia, con voglia di fare il bene, con voglia di diventare felice per tutta l’eternità. I piccoli, i pastori sempre confidano in Dio, sperano in lui e gioiscono quando riconoscono in quel Bambino il segno indicato dagli angeli. E proprio il coro degli angeli annuncia dall’alto il grande disegno che quel Bambino realizza: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama”. La speranza cristiana si esprime nella lode e nel ringraziamento a Dio, che ha inaugurato il suo Regno di amore, di giustizia e di pace». Abbiamo fiducia, ha concluso il Papa, «in questo germoglio di speranza: Gesù, tu puoi salvarmi. Buon Natale e speranza a tutti!».