Poesia di Francesco Ciavarella “La Venuta”

Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli, scena della Natività

In attesa dell’arrivo del Santo Natale vi proponiamo questa poesia scritta dall’Amico Francesco Ciavarella di San Severo (FG) che ringraziamo per la condivisione e soprattutto per la passione che dimostra in ambito presepistico e per l’affetto verso la nostra Associazione.

La Venuta

 

Eri lì a giacere nella stalla,

eri in fasce nella mangiatoia,

eri immerso nella paglia gialla,

eri venuto a donar la gioia!

 

Là, il Cherubino canta e balla,

per rallegrare tutti dalla noia,

mentre carezza al Bimbo la spalla,

s’ode la zampogna dalla tettoia.

 

I pastori seguono la Cometa,

somma lanterna del loro cammino,

sin a giunger alla divina meta.

 

Giuseppe e Maria ti son vicino,

non ti crescono con oro e seta,

ma sol con amore, pane e vino.

 

Commento
L’Autore rievoca il sacro avvenimento della Venuta del Redentore sulla Terra. La nascita di Gesù: evento massimo della Storia.

La nascita del Santo pargoletto avviene in condizioni di estrema povertà ed umiltà, tant’è che si scorgono vari riferimenti al luogo modesto in cui Gesù è venuto alla luce: la stalla, la mangiatoia, e la paglia. Tuttavia, alle modeste condizioni economiche che caratterizzano il mistero dell’Incarnazione, fa da contraltare l’universale sentimento di “gioia” che pervade ogni uomo. Una felice situazione che viene esaltata dalla festosa accoglienza garantita al Bambinello dagli Angeli (“il Cherubino”), i quali in segno di giubilo procedono danzando ed innalzano inni di gloria all’Altissimo. Il clima di felicità è accresciuto, poi, dalla musica degli zampognari, che stando riparati sotto una tettoia, innalzano musiche celestiali che giungono sino all’interno della stalla per salutare la nascita del Signore.

La scena prosegue portando al centro dell’attenzione la figura dei Pastori. Questi stupiti da ciò di cui sono testimoni inaspettati, si lanciano a seguire con pienezza di fede il potente fascio di luce emanato dalla Stella Cometa, che per la sua eccezionalità sta per svelare al mondo la buona novella: appunto, la venuta del Cristo.

Non poteva certo mancare il ruolo determinante dei genitori del Bambinello: San Giuseppe e la Madonna. I genitori non possono offrire una vita agiata e lussuosa al Pargoletto (“non ti crescono con oro e seta”); tuttavia, essi si preoccupano di allevare il Fanciullo con tutto il necessario “amor” e fervore spirituale, sebbene al Bimbo vengano somministrate pietanze semplici e frugali come il “pane” ed il “vino”. Non a caso, l’Autore cita il pane ed il vino, come pietanze adottate per alimentare il Neonato. Tanto al fine di richiamare il banchetto eucaristico, con cui ogni fedele nutre la propria anima, ma anche e soprattutto l’estremo sacrificio compiuto da Gesù – per volontà Sua e del Padre – per garantire la salvezza eterna dell’anima di tutti gli uomini, nei secoli dei secoli e fino alla fine del mondo (“così in eterno nessuno più muoia”).