Per questa Pasqua 2021 abbiamo scelto come opera d’arte il celeberrimo “Cristo morto nel sepolcro e tre dolenti” di Andrea Mantegna.
L’opera, una tempera su tela di 66×81 cm., fa parte della collezione della Pinacoteca di Brera a Milano. Datato intorno al 1475-78 fu realizzato dall’artista per la propria devozione e fu trovato al momento della sua morte e secondo gli studi più accreditati questa esposta a Brera è proprio quella versione.
Infatti di questo dipinto esistono più versioni e la copia trovata al momento della morte del Mantegna fu venduta da suo figlio Ludovico al cardinale Sigismondo Gonzaga nel 1507. Dopo un secolo, nel 1627, fu inventariata tra i beni dei signori di Mantova. Da questa data le tracce dei vari passaggi di proprietà sono confuse. Nel 1806 il segretario dell’Accademia di Brera, Giuseppe Bossi, chiese allo scultore Antonio Canova di mediare per l’acquisto dell’opera, che giunse nella collezione Brera nel 1824.
“La composizione produce un grande impatto emotivo, accentuato dall’impressionante scorcio prospettico: il corpo di Cristo è vicinissimo al punto di vista dello spettatore che, guardandolo, è trascinato al centro del dramma; inoltre, ogni dettaglio viene esaltato dal tratto incisivo delle linee, che costringono lo sguardo a soffermarsi sui particolari più terribili, sulle membra irrigidite dal rigor mortis così come sulle ferite, ostentatamente presentate in primo piano come stabilito dalla tradizione di questo genere d’immagine”.
“La tonalità generale del dipinto è calda. L’illuminazione filtra nel sepolcro dall’esterno proveniente da destra. Il tipo di illuminazione intensa crea i volumi e mette in netto risalto le forme anatomiche di Cristo. Infine, il contrasto luminoso creato da Mantegna sottolinea la drammaticità della scena e determina un intenso senso di pathos nel fedele.
Il punto di vista scelto da Andrea Mantegna crea un forte impatto emotivo nell’osservatore. Infatti, chi si trova di fronte all’opera ha la sensazione di essere a contatto diretto col corpo. Inoltre il dorso delle mani e la pianta dei piedi sono rivolti verso il fronte del dipinto. Il devoto ha, così, di fronte le tracce della sofferenza di Cristo ed entra in contatto con la sua passione. Il viso, molto scorciato, come il resto del corpo, non viene deformato. Anzi, acquista una crudezza mortale che suggerisce un grande realismo. Infine, l’osservatore ha la sensazione di trovarsi di fronte al corpo e a distanza ravvicinata”.
Di seguito l’interessante presentazione dell’opera a cura della Direttrice della Pinacoteca di Brera Sandrina Bandera al Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano.
ACQUISTA QUI IL LIBRO SU ANDREA MANTEGNA
Fonti: www.pinacotecabrera.org – www.analisidellopera.it